Oggi
l’azienda Merlo produce 25 litri di latte di asina al giorno, interamente
collocato presso privati ad un prezzo medio al consumo che si aggira intorno ai
15 euro al litro: un prezzo solo a prima vista proibitivo, ma che sconta in
realtà costi di produzione altissimi. Ogni asina produce infatti circa 800–1000
cl di latte al giorno, contro una produzione giornaliera di latte da mucca che
oscilla tra i 20 ed i 40 litri. «Il prezzo finale dovrebbe essere legato alla
quantità di lisozima presente nel latte e non sempre è così – spiega –
Il
rischio, per noi produttori di qualità, è che molta produzione giunga sul
mercato, magari anche dall’estero, in forma liofilizzata con contenuti proteici
bassi a prezzi più che dimezzati». Il latte, prenotato quarantotto ore prima
della consegna, viene “estratto” attraverso una mungitrice automatica, e poi
sottoposto a immediata filtrazione e a raffreddamento, a temperature comprese
tra 0° C e 4° C per mantenerlo allo stato originario evitando alterazioni di
sorta o deterioramento. Dopo il raffreddamento, viene imbottigliato e conservato
in refrigerazione fino alla vendita. Non vengono effettuati trattamenti con il
calore, si tratta quindi di latte crudo (non sterile), che deve essere sempre
conservato a temperature comprese tra 0° C e 4° C fino al momento del suo
utilizzo, da effettuare entro la data indicata sulla bottiglia. L’azienda di
Merlo è terza produttrice italiana di latte di asina ed è un’azienda biologica
certificata dall’Icea di Bologna (Istituto di Certificazione Etica Ambientale):
eppure «non esiste un disciplinare di produzione del latte di asina a livello
comunitario e noi produttori stiamo cercando di ottenerlo - dice Cristiano -.
Oggi lo vendiamo fresco, a crudo, senza la pastorizzazione (che altererebbe la
presenza di lisozima) ed entro quattro ore dalla mungitura, secondo la filosofia
del latte a chilometri zero, tenendo sempre conto dei controlli sanitari
periodici». In tema di rivalutazione di tradizioni ed alimenti antichi, nonché
di salvaguardia di specie zootecniche alternative, la realizzazione
dell’innovativa filiera del latte di asina appare di particolare interesse in
Italia centrale e meridionale, dove esistono specie asinine autoctone in forte
contrazione numerica. Tale indirizzo produttivo potrebbe rappresentare, per le
zone collinari e pedemontane, una risorsa economica e zootecnica di notevole
interesse per lo sviluppo del territorio d’Abruzzo
FOTO E TESTO DI
ROBERTO PARISIO –
ROBERTO.PARISIO2010@LIBERO.IT
(Per le foto di questo servizio si ringraziano Roberto
Parisio, Ciucolandia e Carla Procario dello Iat di Roccaraso)
|